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lunedì 8 luglio 2019

SIMONA E LA TRE CAMPANILI PRIMA DELLE VACANZE


Vestone 07.07. 2019.

“ Correre la Tre Campanili è un allenamento davvero proficuo per la preparazione delle mezze o maratone autunnali, per non parlare dello spettacolo di natura e paesaggio” Questo il commento di Valeria Straneo, argento mondiale in maratona delle competizioni più faticose e allo stesso tempo affascinanti.
Per il nostro gruppo oggi ha partecipato Simona Antonaci con lo spirito di chi è consapevole che già tagliare il traguardo sarebbe stata una grande gioia. Ventuno chilometri di salite, discese, mulattiere, fatica e sudore ripagati dalla bellezza del paesaggio che s’incontra. I primi chilometri con partenza da Vestone, in leggera ma costante salita per poi intraprendere una mulattiera che ti spinge fino a quota mille metri dove il caldo e l’ardua arrampicata costringono a rallentare fino a quando camminare sembra l’unica scelta possibile. Da lì in poi inizia lo scollinamento che per due, tre chilometri alterna qualche salita, mentre dal diciassettesimo chilometro in poi quando le gambe sono dure come sassi e l’arrivo sembra un’oasi verde in mezzo al deserto. Inizia la discesa attraverso i verdi boschi che sembrano avere pietà e ti coccolano con la loro ombra dai violenti raggi di sole.
Simona ha stretto i denti, dove c’era da farlo, lasciandosi andare veloce nei momenti più opportuni con la grinta che da sempre la contraddistingue, fino ad arrivare felice verso il suo traguardo, quella tanto agognata lingua di asfalto che l’ha riportata da dove solo qualche ora prima aveva spiccato il volo. Il suo crono finale
2h40‘36 “

BRAVISSIMA!!

 

Link risultati:   https://www.endu.net/it/events/tre-campanili-half-marathon/results

 

Luca Bordenga 
Ufficio Stampa

martedì 4 luglio 2017

DIN..DON..DAN.. ALLA TRE CAMPANILI


Vestone , 2 luglio 2017 è il momento della Tre Campanili, una mezza maratona come lunghezza, una corsa in montagna come sostanza. Tre gli atleti di Città di Opera presenti, Ettore Zanni, Alex Palestri e Astrid Gagliardi. La partenza è fissata alle 9:30, il tempo di assaporare quell'adrenalina pre gara che racchiude tutto e niente che lo starter fa tuonare il cannone di botto, si parte. Il passo iniziale dei tre atleti è abbastanza cauto, consci delle erte salite che inizieranno da lì a poco e che inevitabilmente segneranno la loro gara, quest' aspetto li tiene compatti fino al sesto chilometro, momento in cui si imbattono nella prima impervia mulattiera . Alex sembra il più fresco dei tre e allunga il passo seguito a ruota da Astrid , Ettore rimane leggermente dietro, mentre le salite e le difficoltà aumentano, il fiato diventa corto e le gambe si fanno più dure dei sassi che bisogna scansare dal percorso. Sono in cima, sulla linea di demarcazione che spacca in due la gara, giusto il tempo di metabolizzare lo sforzo fin li profuso convinti che le temibili salite lasceranno il passo alle più agevoli discese che la montagna li rimette in riga , si inizia a scendere. Il terreno risulta essere molto sdrucciolevole e infinitamente più pericoloso della salita, le continue discese costringono ad usare articolazioni e muscoli che non sapevano nemmeno di avere, devono capire quando è il momento di tirare il freno a mano e quando invece riuscire ad assecondarle con una rotondità di movimento delle gambe che nemmeno il miglior Bip Bip . I ragazzi sono provati ma non mollano un attimo, tengono botta su quelle montagne russe immerse nella natura più incontaminata, uno scenario che sembra quasi volerli ripagare dello sforzo sputato a terra, un po' come i suoi abitanti disseminati qua' è là che a dispetto del luogo che li vorrebbe ruvidi e distaccati incitano e caricano i nostri atleti, facendoli sentite dei campioni e invitandoli a non mollare. Eccoli, sono arrivati al ventesimo chilometro, la montagna si dissolve alle loro spalle mentre entrano nel paese e la terra viene risucchiata dal caldo tremolante asfalto, sembrano quasi rinfrancati da quel catrame che gli da modo di riposare le caviglie quel tanto che basta per tirare l'ultimo sprint, circondati dal caloroso tifo locale. Sono arrivati, trafelati ma contenti di tutto quel sudore lasciato ad ogni metro di quella magnifica montagna.

Luca Bordenga
Ufficio Stampa

lunedì 4 luglio 2016

TRE CAMPANILI MILLE EMOZIONI


Tre mesi esatti sono passati da quando m’innamorai della famosa corsa “tre campanili”; come si fa a innamorarsi di una gara? Non lo so ... a me è successo. Non sapevo nulla di essa. Avevo visto le foto del pacco gara e memorizzato la scritta verde della manifestazione. Mi è bastato questo ... ed ero già iscritta: avevo trovato la mia mezza maratona di luglio. 
Non avrei mai immaginato che fosse così ... 7 km di strada e più di 600 metri di dislivello ... una mulattier, sentieri stretti e sassosi ... forse più un trail, una corsa in montagna ... non so; descritta come struggente... a parer mio affascinante; Il giorno prima l’incontro e la confessione con Giorgio Calcaterra. Illuminante. Con commozione in gola gli ho raccontato quanto bene mi ha trasmesso il suo libro e quanta forza mi trasmettevano le sue vittorie ma soprattutto il suo entusiasmo.
La sua dedica: << Corri e divertiti sempre, perché correre vuol dire salute e gioia >>, detto… fatto…  e così è stata la tre campanili . Senso di libertà e di voglia di correre ... nonostante le gambe urlassero pietà, la mia testa era gioiosa ... chi poteva vedermi notava solo un gran sorriso.
Io uso sempre le gare per due motivi: per allenarmi (perché sono in compagnia) e per viaggiare. La “din don dan” come l’ho soprannominata io, è stata un toccasana per riacquistare un po’ di fiducia in me stessa, per superare gli ostacoli, per sentirmi libera e felice ... perché comunque ad ogni passo verso l’alto, a ogni scoperta e ostacolo durante il percorso, sapevo che ce la stavo facendo.
E’ stata una delle poche gare che ho guardato bene il percorso davanti ed attorno a me...e che ho sentito il gran calore della gente ... bambini ed adulti ! Nella tappa dell’ultimo campanile un ragazzo suonava la campana!
Non sono mancati gli incoraggiamenti delle persone incontrate ma anche di diversi atleti ... una signora incitandomi mi ha detto: << non è vero che sei lenta, se sei arrivata fin qua vuol dire che sei forte >>; e un ragazzo al ventesimo chilometro vedendo che mi ero fermata un secondo mi fa. << dai vieni >> ed io prontamente: << arrivo >>.
Una gara che già sapevo, che mi avrebbe fatto stare bene e che mi avrebbe rasserenato... nonostante il sole cuocente che annientava nei punti a cielo aperto, la salita interminabile e il terreno instabile. La tre campanili è così !

Va vissuta nel cuore e se si ama… lei ti restituisce l’amore.

Astrid Gagliardi