Vestone , 2
luglio 2017 è il momento della Tre Campanili, una mezza maratona come
lunghezza, una corsa in montagna come sostanza. Tre gli atleti di Città di
Opera presenti, Ettore Zanni, Alex Palestri e Astrid Gagliardi. La partenza è
fissata alle 9:30, il tempo di assaporare quell'adrenalina pre gara che
racchiude tutto e niente che lo starter fa tuonare il cannone di botto, si
parte. Il passo iniziale dei tre atleti è abbastanza cauto, consci delle erte
salite che inizieranno da lì a poco e che inevitabilmente segneranno la loro
gara, quest' aspetto li tiene compatti fino al sesto chilometro, momento in cui
si imbattono nella prima impervia mulattiera . Alex sembra il più fresco dei
tre e allunga il passo seguito a ruota da Astrid , Ettore rimane leggermente
dietro, mentre le salite e le difficoltà aumentano, il fiato diventa corto e le
gambe si fanno più dure dei sassi che bisogna scansare dal percorso. Sono in
cima, sulla linea di demarcazione che spacca in due la gara, giusto il tempo di
metabolizzare lo sforzo fin li profuso convinti che le temibili salite
lasceranno il passo alle più agevoli discese che la montagna li rimette in riga
, si inizia a scendere. Il terreno risulta essere molto sdrucciolevole e
infinitamente più pericoloso della salita, le continue discese costringono ad
usare articolazioni e muscoli che non sapevano nemmeno di avere, devono capire
quando è il momento di tirare il freno a mano e quando invece riuscire ad
assecondarle con una rotondità di movimento delle gambe che nemmeno il miglior
Bip Bip . I ragazzi sono provati ma non mollano un attimo, tengono botta su
quelle montagne russe immerse nella natura più incontaminata, uno scenario che
sembra quasi volerli ripagare dello sforzo sputato a terra, un po' come i suoi
abitanti disseminati qua' è là che a dispetto del luogo che li vorrebbe ruvidi
e distaccati incitano e caricano i nostri atleti, facendoli sentite dei
campioni e invitandoli a non mollare. Eccoli, sono arrivati al ventesimo
chilometro, la montagna si dissolve alle loro spalle mentre entrano nel paese e
la terra viene risucchiata dal caldo tremolante asfalto, sembrano quasi
rinfrancati da quel catrame che gli da modo di riposare le caviglie quel tanto
che basta per tirare l'ultimo sprint, circondati dal caloroso tifo locale. Sono
arrivati, trafelati ma contenti di tutto quel sudore lasciato ad ogni metro di
quella magnifica montagna.
Luca
Bordenga
Ufficio
Stampa
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