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lunedì 26 ottobre 2020

NO ALLA CORSA VIRTUALE



La diffusione del Corona virus continua a portare alla cancellazione di molte competizioni dal calendario delle corse in Italia e nel resto del mondo. Al runner incominciano a mancare le endorfine ed entra in paranoia; all’ora per sopperire a tutto questo ecco l’idea delle grandi società che creano eventi: “LA CORSA VIRTUALE”.

L’attuazione è semplice: si fa correre le persone vicino a casa, corrono dove vogliono, percorrono il chilometraggio che preferiscono 5k-10k-21k-42k. Si iscrivono pagando da 10 euro a 40 euro, gli consegnano un pettorale un pacco gara e all’interno la medaglia dell’evento. L’iscritto alla gara si registra sull’applicazione e all'arrivo comunicano i vincitori sul sito ufficiale dell'evento.

A questo punto, però, vorrei porre a voi che partecipate a questi eventi alcune domande:

Come ti senti alla partenza di una corsa virtuale?

Come si può divertirsi senza l’incoraggiamento del pubblico?

Com’è non correre sul tracciato di gara?

Com’è non dare il cinque a chi sul percorso te lo chiede?

Com’e non indossare l’indumento porta fortuna o un costume che ti contra distingue?

Com’è non vedere l’arco del traguardo da lontano e poi il cronometro che ti segna il tempo passando sotto lo stesso?

Ultima domanda, quella più importante:

Ti sei divertito?

Io non sono favorevole a questo tipo di gara, perché il bello di questo sport è soffrire per raggiungere chi ti sta davanti, sorpassarlo se ci riesci, poi quando passi il traguardo ti arrabbi perché il tempo ottenuto non è di tuo gradimento oppure sei al settimo cielo per la tua prestazione.

La corsa è vera…. non virtuale!


Renato Colombo 

Ufficio stampa

domenica 17 maggio 2020

NOI…DAL LOCKDOWN ALLA LIBERTA’



È stato un periodo quello appena trascorso che ha segnato una rottura col mondo che eravamo abituati a vivere e calpestare. Siamo stati privati delle libertà, degli usi e costumi conquistati negli anni, ritrovandoci in ripari troppo stretti da abitare e affrontando un duro banco di prova dove abbiamo necessariamente dovuto fare i conti con le nostre forze e fragilità. In tutto questo si è tanto discusso dei runner scomodando i pensatori più illustri che hanno dato vita a un vero e proprio bailamme di polemiche, additandoci il più delle volte come gente sorda, cieca e incosciente; ma come abbiamo vissuto noi di Città di Opera Runners questo periodo di Lockdown? Molti di noi dopo un primo periodo d'insofferenza si sono giustamente adeguati a quelle che erano le disposizioni emanate, non rinunciando per questo al piacere di rimanere attivi. C’è chi si è organizzato correndo sul tapis roulant, chi pedalando sui rulli magari montati in balcone per non perdere la sintonia con l’aria aperta o ancora chi ha svolto esercizi a corpo libero per mantenere elasticità fisica nonché mentale. Quante volte durante questo periodo abbiamo sognato che il paesaggio ci venisse incontro. Quante volte ci siamo immersi nell’attesa che riempisse i nostri occhi e forse abbiamo imparato che anche l’attesa è una forma di corsa che va oltre ogni spostamento. Abbiamo sentito così lontani i tempi in cui ci si allenava all’alba sentendosi i padroni della città e allora abbiamo pensato che stavolta non fosse così , anzi forse non è mai stato così , era solo una nostra illusione, una suggestione. Nessuno è padrone di nulla, mai.
La lezione che, forse, ci porteremo dentro dopo questa “guerra al virus”, è che non possediamo nulla, se non il respiro e il battito del cuore.
Buona corsa a tutti voi!

Luca Bordenga
Ufficio Stampa