È stato un periodo quello appena trascorso che
ha segnato una rottura col mondo che eravamo abituati a vivere e calpestare.
Siamo stati privati delle libertà, degli usi e costumi conquistati negli anni,
ritrovandoci in ripari troppo stretti da abitare e affrontando un duro banco di
prova dove abbiamo necessariamente dovuto fare i conti con le nostre forze e
fragilità. In tutto questo si è tanto discusso dei runner scomodando i
pensatori più illustri che hanno dato vita a un vero e proprio bailamme di
polemiche, additandoci il più
delle volte come gente sorda, cieca e
incosciente; ma come abbiamo vissuto noi di Città di Opera Runners questo
periodo di Lockdown? Molti di noi dopo un primo periodo d'insofferenza si sono
giustamente adeguati a quelle che erano le disposizioni emanate, non
rinunciando per questo al piacere di rimanere attivi. C’è chi si è organizzato
correndo sul tapis roulant, chi pedalando sui rulli magari montati in balcone
per non perdere la sintonia con l’aria aperta o ancora chi ha svolto esercizi a
corpo libero per mantenere elasticità fisica nonché mentale. Quante volte
durante questo periodo abbiamo sognato che il paesaggio ci venisse incontro.
Quante volte ci siamo immersi nell’attesa che riempisse i nostri occhi e
forse abbiamo imparato che anche l’attesa
è una forma di corsa che va oltre ogni
spostamento. Abbiamo sentito così lontani i tempi in cui ci si allenava
all’alba sentendosi i padroni della città e allora abbiamo pensato che stavolta non fosse così , anzi forse non è
mai stato così , era solo una nostra
illusione, una suggestione. Nessuno è padrone di nulla, mai.
La lezione che, forse, ci porteremo dentro dopo
questa “guerra al virus”, è che non possediamo nulla, se non il respiro
e il battito del cuore.
Buona
corsa a tutti voi!
Luca Bordenga
Ufficio Stampa
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