lunedì 29 agosto 2016

UN GAYSER DI NOME ASTRID


L'Islanda è una terra forte di contrasti, territorio vulcanico dagli scenari sorprendenti e mozzafiato, a volte dall'aspetto infernale, con i suoi vapori e le rocce laviche che rendono il paesaggio, un deserto dove l’uomo a stento riesce a sopravvivere, dove lo sguardo si perde negli spazi infiniti che sembrano essere rimasti immutati nel tempo. Reykjavik è la capitale di questo paradiso naturale, una città che si divide tra fuoco e ghiaccio, orizzonti vicini, lontani, luce e oscurità, una città divisa tra due mondi, città che combina una società moderna e futuristica, con una natura incontaminata che domina incontrastata. È' da qui che parte una delle maratone più affascinanti del mondo, è da qui che la nostra Astrid Gagliardi ha deciso di avventurarsi nella sua prima maratona. 

<< L’ultima parte della mia preparazione per la mia prima maratona è sua maestà il lunghissimo, un percorso da me stabilito di 35 km per le vie del mio paese, Opera. Avete presente quella ragazza con giubbotto catarifrangente, che come una "pazza" correva avanti e indietro per le strade in tarda serata? Ero io! Ero sempre io anche alle 23,30 circa china su me stessa, con gli occhi che piangevano, fallimento e delusione anche se quella sera il mio obiettivo l'avevo raggiunto... paura della scelta forse troppo avventata di diventare maratoneta a Reykjavik.

Perché proprio la maratona di Reykjavik?  Perché volevo unire una vacanza al mio viaggio personale interiore; perché ormai mi sentivo pronta per affrontare 42 km; perché l'Islanda è una terra "viva, colorata e scalciante", un po’ come me.

Il 20 agosto, giorno della gara, faceva fin troppo caldo... diciassette gradi in città e ventilato nella parte esterna che avrei percorso, così ho indossato una maglia termica e la canotta della mia società, quella stessa divisa che per tutti questi mesi mi ha visto fare otto mezze maratone e salire il secondo gradino del podio di categoria al circuito estivo dell'alto Milanese.

Mi avevano detto che la maratona era un viaggio e così lo è stato per me! L’ho vissuto in modo "rilassato" senza pensare troppo a tutti i metri che avrei dovuto percorrere; mi sono fermata a tutti i ristori rigenerandomi ogni volta. Mi avevano anche parlato di crisi del 35esimo ma sinceramente non ne ho avute, se non una leggera stanchezza al 24esimo passata velocemente per la bellezza di una piccola cascata che c'era proprio in quel momento, che mi ha aiutata a distrarmi. Non dico che è stata facile anche perché mi è venuto un dolore alla gamba sinistra dall'ottavo km, dico solo che ero talmente rapita dal paesaggio che quasi non mi rendevo conto che stavo macinando km su un dislivello di 300 m. Era come essere protagonisti di un videogioco dove lo scenario cambiava ed io al raggiungimento dei rilevamenti chilometrici prendevo dei bonus e acquistavo forza se avessi toccato la mano ai passanti che me la porgevano. Negli ultimi 200 metri mi ha accompagnato Federico, il mio ragazzo, che mi ha aspettato dopo aver finito la sua prima mezza maratona e abbiamo attraversato il traguardo insieme. La parte più emozionante e commovente è stata leggere tutti i commenti della telecronaca della maratona a posteriore dei miei amici e tutti i messaggi di congratulazioni. Veramente tantissimi, speciali e toccanti. Quei rilevamenti chilometrici sono stati la mia forza perché sapevo che ero in diretta dall'Italia e avevo tutto il tifo dei miei cari che mi stavano correndo accanto ... potevo addirittura sentire le loro voci. La maratona è quello che ti porta a correre 42 km, è l'allenamento, sono gli abbracci degli amici che ti danno forza. Alla fine come ho risposto a mia madre che mi ha chiesto come io abbia fatto a terminarla ... " mamma, ho corso" ... sempre con la testa e soprattutto con il cuore>>.
Astrid si è posizionata al 483° posto in classifica su 1300 partecipanti; al 25° di categoria; prima fra le italiane con il tempo di: 4 ore, 1 minuto, 12 secondi.

giovedì 11 agosto 2016

DAL SET CINEMATOGRAFICO “AZIONEEE!”

Oggi 10 agosto 2016 siamo a Santa Maria, dove si corre la 19esima edizione della "Marcialonga di Castellabate", 6,2 km che parte dal livello del mare per arrampicarsi sul colle retrostante, dominato dal borgo di Castellabate. La frazione di questo comune, Santa Maria appunto, offre una serie di basse e bianche costruzioni, retroguardie di un cordone di palme che si sporgono sghembe e indisciplinate su sabbie dorate e specchi di zaffiro Tirreno. Disseminate qua e là spiccano sentinelle saracene erose dal tempo che sorvegliano immobili l'orizzonte, mentre il centro è un groviglio di stradine ciottolate che si aprono improvvise su piazze vestite di palazzi gentilizi e tutto intorno un susseguirsi di terrazze che degradano su questo pezzo di mare effluvio di miti e poemi omerici. La partenza è fissata per le 18:00 e tra le oltre 350 canotte presenti, spicca la verde livrea della rana, quella di Luca Bordenga... Città di Opera c'è!! Il sole benché calante ti entra ancora nelle vene, ti schiaffeggia impertinente fintanto che la concentrazione pre gara non riesce a farne svanire temporaneamente gli effetti. Ci siamo, il plotone di spalle lucide è pronto a inforcare e sciamare fluente verso quel piccolo Olimpo forte e fiero dei suoi 500 metri di dislivello. Partiti, si esce subito dal paese imboccando un viale in progressiva salita fino a sfociare sulla strada provinciale, questo sarà l'unico rettilineo concesso e ne approfitto vorace, disciogliendo gambe e respiro. La strada a un certo punto sembra finire, inghiottita dal primo tornante. Luca, sente le gambe dure come uova sode, cerca di non strappare e mantenere una velocità di crociera in linea con l'inesperienza e la relativa difficoltà del tracciato. Al quarto chilometro, la crescente salita è direttamente proporzionale alla sua progressiva fiacchezza, raffiche di sole colpiscono vittoriose ora la nuca ora la madida fronte, mentre la stanchezza penetra carne e mente, ma corre o cerco di farlo, attaccandosi tenacemente all'anelito più vicino e provando a riverberarne il suono. E’ consapevole che se solo alzasse lo sguardo potrebbe spalancare il sipario su di una scena mozzafiato, ma decide di caricare a testa bassa come un toro ferito, convinto di poter sfuggire alla fatica, nonostante le punture di banderillas che arrivino secche a ogni chilometro. Mancano poco meno di 2 km all'arrivo e inizia a intravedere ali di folla vociante e plaudente, i loro incitamenti si effondono nell'aria calda che trasformano in piacevoli secchiate d'acqua gelata instillando nuove inaspettate energie. Siamo a ridosso del castello, basterà solo ruotarci intorno e un tappeto lastricato lo accompagnerà all'arrivo, forza Luca è finita mancano alcuni metri e l’Olimpo sarà conquistato...apre le ali quasi ad abbracciare il cielo, sono e’ traguardo, è finita, ha il volto cascante, avvizzito, ma appagato di tale avventura, ora non gli resta che godersi quest’affresco naturale che si offre ai sui occhi e come disse Murat
Termina la sua prova in 27,47" al 33esimo posto assoluto e all’ottavo di categoria.
Primo classificato: Antonello Landi in 23,02".
Luca Bordenga
Ufficio Stampa
Città di Opera Runners

lunedì 8 agosto 2016

SU AL NORD E GIU' AL SUD


NORD
Siamo a Navazzo di Gargnano una minuscola frazione montana del comune di Gargnano, piccolo manipolo di casupole coricate sul lago di Garda. Questo lo sfondo di un’esclusiva competizione, la Dieci miglia del Garda, gara internazionale su strada. Dieci giri da un miglio (1600metri circa) che si sviluppano tra prato, sterrato, salite e serpentine. A portare alto il vessillo di Città di Opera Runners si è presentato il giovane Andrea Astolfi (giorno del suo compleanno 7 agosto).
Partenza sprint per lui che è subito inghiottito da una ripida discesa per poi calpestare un temibile falso piano, uno strappo finale è giù a zigzagare tra case e cortili rurali, prima di una nuova sfiancante salita che termina il primo giro, moltiplicate il tutto per dieci e avrete l'idea di quanto questa gara sia molto faticosa a livello mentale, mantenere un buon ritmo alla luce di un ripetere continuo del tragitto non è cosa semplice. Andrea si batte bene fino a metà della gara, fino a quando una fitta non raggiunge il suo fianco limitandone l'incedere, ma la voglia di far bene e la determinazione nel portare a termine nel migliore dei modi questa gara, a dispetto di un periodo colmo di avverse vicissitudini lavorative, risulterà più forte di ogni ostacolo. Stringe i denti e corre senza pensare, rovescia tra quei sentieri tutto quello che ha in corpo, nessuna strategia, nessuna accortezza, solo sudore e fiato corto, corre, le gambe quasi dissociate dal resto del corpo, ma un unico inderogabile imperativo, arrivare in fondo e farlo in modo brillante. Termina la sua gara in 59’,05" conquistando il primo posto di categoria e il ventesimo assoluto.

Vincitore gara Nicola Venturoli  52’:08”

SUD
07/08/2016 questa la data in cui va di scena il Trofeo Grotte, una 10k con circa 1000 partecipanti che si disputa nel suggestivo contesto di Castellana cui ha preso parte il capitano di Città di Opera Domenico Startari. Pronti via, ci si lascia alle spalle il centro cittadino salendo costantemente per 3k, giro di boa e si torna verso il paese attraverso 500mt serpeggianti, quindi si affrontano 3k di quasi sola discesa insidiosa per tendini e articolazioni. Tutto d'un fiato poi si affrontano immediatamente 500mt di salita che portano nel centro di Castellana. A questo punto le difficoltà sembravano essere superate, ma in realtà se nei primi 7k non si è percorso un metro in piano, negli ultimi 3k non c'erano 50mt diritti. Proprio questi ultimi chilometri però sono valsi il prezzo del biglietto, un'infinità di curve strettissime dove era più facile trovarsi dentro casa di qualcuno che sul percorso, con passaggi in mezzo ad archi alti 2 mt e larghi 1 mt e in uscita le bande musicali che suonavano, davvero molto suggestivo. Per finire 300/400mt in salita a conclusione di una delle gare di paese più affascinanti cui il nostro Domenico abbia preso parte. Chiude la sua gara in 38,53" piazzandosi al 46esimo posto assoluto e all'ottavo di categoria, certo una prestazione leggermente sotto tono per i numeri del capitano ma perfettamente in linea col clima vacanziero.

Vincitore maschile: Vito Sardella 33.33 ; femminile Silvia Toni 40.03

Luca Bordenga
Ufficio Stampa
Città di Opera Runners

 

martedì 2 agosto 2016

MARATONE TRA SAVANA E GHIACCI


Si stanno sempre di più moltiplicando le competizioni, spesso maratone o anche percorsi più lunghi, che si svolgono in luoghi selvaggi, spettacolari e particolarmente impegnativi.
Ci sono organizzazioni che promuovono gare e competizioni di vario tipo nella savana del Sudafrica, offrono anche la maratona del CIRCOLO POLARE e quella della GRANDE MURAGLIA CINESE; c’è quella più alta del mondo l’Everest Marathon, la più bassa … con arrivo sotto il livello del mare di ben 400 metri “ ULTRAMARATARATONA DEL MAR MORTO”. In Norvegia c’è la “MIDNIGHT SUN “ che si corre alla luce di mezzanotte nel mese di giugno. Se si vuole correre e avere una vista mozzafiato sull’oceano californiano bisogna partecipare alla “ BIG SUR “. Per finire in allegria la “CHATEAU DU MEDOC”, dove ai ristori viene offerto   vino Bordeaux e paté.
 Provare per credere !!      
 
 
 
Ufficio stampa
Città di Opera Runners