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martedì 6 giugno 2017

PAOLO ALLA MARATONA NELLA FREDDA STOCCOLMA


Stoccolma 03 giugno 2017.

Nonostante un’annata per lui contrassegnata da un lungo periodo di stop forzato per una grave infiammazione del tendine d'Achille, e una Fascite plantare al piede sinistro, il nostro Paolo Montisci non ha voluto mancare alla Maratona di Stoccolma 2017, un po' perché il richiamo della sfida è sempre irresistibile, ma soprattutto perché con lui ha corso il suo caro amico Beppe, che affrontava la sua prima maratona. La giornata è perfetta: cielo nuvoloso, 15°C e solo una leggera brezzolina a rinfrescare gli ardori dei 14.000 partecipanti pronti a fronteggiarsi con due giri, uno da 18 e uno da 24 km, per grandi parti simili se non fosse per la bellissima escursione della seconda parte nel bellissimo parco di Djurgarden.
Grazie all’esperienza precedente di Paolo su questo tracciato calpestato sette anni fa, colmo di saliscendi e notevolmente impegnativo, decide di partire in relativa sicurezza, anche in merito all'esordiente amico. Ritmo da 5,25 e sosta a tutti i rifornimenti, ma al 18°km Il suo amico inizia a rallentare leggermente a causa dei saliscendi che iniziano a rosicchiare i muscoli. Paolo per orgoglio non voleva salire per la prima volta sopra le 4 ore, quindi una volta assicuratosi che il suo amico fosse in grado di proseguire senza ulteriori problemi, sorpassa il pacer delle 4 ore. 
Ringalluzzito dal fatto che al 25° km i piedi non gli creavano problemi, decide di attaccare al secondo passaggio sul Vasterbron accelerando, anche se di poco, fino ai 5'10"/km, ma al 35°km ecco... la temuta  lama al piede     sinistro. La Fascite reclama improvvisamente dazio per lo sforzo, mentre il vento del mar Baltico si mette a sbuffare prepotente e come se non bastasse, inizia un'altra lunga salita di 3km. Molti iniziano a soffrire le pene dell'inferno, due atleti a terra con la maschera dell'ossigeno, uno in barella, Paolo invece al 39°km, dato che ormai era alla fine, decide di buttarsi in una lunga rincorsa finale al ritmo di 4'45"/km, che lo porta a entrare felice nel vecchio e glorioso Stadio Olimpico del 1912, gremito di tifosi, amici e parenti.
Il suo crono finale è di 3h53'56", è il suo peggior tempo di sempre ma per come ha saputo gestire questa gara, per i vari problemi fisici che l’hanno tormentato e il percorso decisamente stressante può dirsi orgoglioso di aver terminato come voleva sotto le 4h. Prossimo appuntamento, speriamo con una forma migliore è Londra 2018!!!

 

Luca Bordenga
Ufficio Stampa

lunedì 30 maggio 2016

MONTISCI L'HIGHLANDER


Edimburgo (Scozia) domenica 29 maggio 2016. Mattina… cielo nuvolo…. 12 gradi, assenza di vento e l'emozione di Paolo Montisci a due passi dalla start line della Edinburg Marathon Festival.
Parte con una certa scioltezza di gambe e buona respirazione, il passaggio alla mezza rientra perfettamente nei canoni prestabiliti 1h42’08”, percorre con disinvoltura il lungomare che porta a Musselburgh accompagnato dal tipico odore salmastro delle alghe rilasciate dalla bassa marea, prima di arrivare a Gosford house, una lussuosa tenuta nobiliare molto simile alla precedente costeggiata di Downton Abbey, il percorso è davvero suggestivo, siamo già al 30esimo km, tempo 2h26minuti. Sembra filare tutto liscio, fino a quando, però l'altimetro palesa una minor differenza di pendenza rispetto a quella reale, molte le salite con poche discese, mentre i continui cambi di pendenza risvegliano quel dolore alla caviglia che da tre anni lo tormenta. Al 37esimo km il dolore è talmente insopportabile che lo costringe a proseguire, camminando, per qualche decina di metri. È dura, il piede formicola, la sensibilità viene meno, ma predomina la determinazione e la voglia di non arrendersi, stringe i denti, tentando di portare a casa il PB o quantomeno di dar seguito a una gara fino a quel momento perfetta. Riesce a dar corpo alle ultime stille di energia rimaste, ricomincia a correre e a farlo forte, 4,20 al km per l' ultimo tratto, il dolore svanisce o è meno forte della sua volontà di tagliare il traguardo, quel traguardo e quella tenacia che gli offrono un inaspettato nuovo record personale, 3h28'10" e al ristoro… pinta di birra meritata.

 
Luca Bordenga
Ufficio Stampa
Città di Opera Runners