Stoccolma 03
giugno 2017.
Nonostante un’annata
per lui contrassegnata da un lungo periodo di stop forzato per una grave infiammazione
del tendine d'Achille, e una Fascite plantare al piede sinistro, il nostro
Paolo Montisci non ha voluto mancare alla Maratona di Stoccolma 2017, un po'
perché il richiamo della sfida è sempre irresistibile, ma soprattutto perché
con lui ha corso il suo caro amico Beppe, che affrontava la sua prima maratona.
La giornata è perfetta: cielo nuvoloso, 15°C e solo una leggera brezzolina a
rinfrescare gli ardori dei 14.000 partecipanti pronti a fronteggiarsi con due
giri, uno da 18 e uno da 24 km, per grandi parti simili se non fosse per la
bellissima escursione della seconda parte nel bellissimo parco di Djurgarden.
Grazie all’esperienza
precedente di Paolo su questo tracciato calpestato sette anni fa, colmo di
saliscendi e notevolmente impegnativo, decide di partire in relativa sicurezza,
anche in merito all'esordiente amico. Ritmo da 5,25 e sosta a tutti i
rifornimenti, ma al 18°km Il suo amico inizia a rallentare leggermente a causa
dei saliscendi che iniziano a rosicchiare i muscoli. Paolo per orgoglio non
voleva salire per la prima volta sopra le 4 ore, quindi una volta assicuratosi
che il suo amico fosse in grado di proseguire senza ulteriori problemi,
sorpassa il pacer delle 4 ore.
Ringalluzzito
dal fatto che al 25° km i piedi non gli creavano problemi, decide di attaccare al
secondo passaggio sul Vasterbron accelerando, anche se di poco, fino ai
5'10"/km, ma al 35°km ecco... la temuta
lama al piede sinistro. La
Fascite reclama improvvisamente dazio per lo sforzo, mentre il vento del mar
Baltico si mette a sbuffare prepotente e come se non bastasse, inizia un'altra
lunga salita di 3km. Molti iniziano a soffrire le pene dell'inferno, due atleti
a terra con la maschera dell'ossigeno, uno in barella, Paolo invece al 39°km,
dato che ormai era alla fine, decide di buttarsi in una lunga rincorsa finale
al ritmo di 4'45"/km, che lo porta a entrare felice nel vecchio e glorioso
Stadio Olimpico del 1912, gremito di tifosi, amici e parenti.
Il suo crono
finale è di 3h53'56", è il suo peggior tempo di sempre ma per come ha saputo
gestire questa gara, per i vari problemi fisici che l’hanno tormentato e il
percorso decisamente stressante può dirsi orgoglioso di aver terminato come
voleva sotto le 4h. Prossimo appuntamento, speriamo con una forma migliore è
Londra 2018!!!
Luca Bordenga
Ufficio Stampa
Nessun commento:
Posta un commento