Il 9 aprile
si è svolta la 41a edizione della maratona di Parigi, diventata ormai uno degli
appuntamenti più importanti del mondo podistico. Quei classici 42.195 metri
sviluppati lungo una serie di meraviglie storiche culturali quali Champs-Elysées,
la Concorde, la Bastiglia, la Torre Eiffel e la Cattedrale di Notre-Dame, il
tutto costeggiando spesso le rive della poetica Senna, donando in tal modo
anche un ulteriore tocco di fascino e di prestigio all’evento sportivo in sé.
Ogni passo lasciato sul suolo di questa manifestazione diventa un momento
memorabile e lo sa bene la nostra Astrid Gagliardi, una piccolissima macchia di
neri ricci ribelli in mezzo ad un oceano multicolore di visi, sogni e timide
certezze. Lo scenario che offre la partenza è incomparabile, migliaia di uomini
e donne assiepati all'interno di gabbie troppo strette per contenere le
emozioni che si sprigionano vivaci come farfalle, la sensazione è quella di
vivere un momento unico, senza badare al resto, a quello che accadrà dopo lo
sparo e senza avere la minima idea di dove la porteranno i suoi passi, ma con
la convinzione che se riesce a far funzionare un istante, potrà davvero
arrivare ovunque. Astrid parte forte sin dai primi chilometri, tiene un ritmo
costante fino alla mezza maratona dove passa in 1h46'53", mentre tutto d'
intorno si susseguono animazioni popolari a ogni angolo, suoni e colori, gesti
a calore che la trascinano tra singhiozzi e sorrisi, quasi senza peso, come una
brezza marina, ancor più leggera di un alito di vento. Anche la seconda parte,
quella in cui era più probabile avesse un calo psicofisico, quella in cui si
prefigurano muri invalicabili, in cui il morale cambia e gli sguardi si
spengono riesce ad affrontarla con decisione e cuore da Giovanna D'Arco. Gli
ultimi chilometri passano lentamente, mentre Astrid continua con l'entusiasmo
di una bambina, ricambiando applausi e incitamenti fino ad arrivare a vedere
come un miraggio il cartello dell'ultimo chilometro, mancano una manciata di
metri, la folla sembra abbracciare gli ultimi salti di Astrid, è finita, sul
volto si liberano mille espressioni, gioia, dolore, paura, emozione, pianto,
felicità. Il crono finale è formidabile 3h38'39" per terminare una gara
che ha sempre sognato e che ora non la farà dormire per giorni. Mi piace
segnalare che Astrid ha corso col pettorale del nostro caro Christian ben
fissato sulla schiena e a cui ha voluto dedicare questa splendida
avventura.
Luca Bordenga
Ufficio Stampa
Luca Bordenga
Ufficio Stampa
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