Linguaglossa,
sabato 21 luglio 2018.
Per un
grande evento come la Maratona dell’Etna ci vuole una grande donna come la
nostra Lucia Bongiovanni alla seconda esperienza su quella che è la gara con il
più alto dislivello del mondo, da 0 a 3000 metri. Il tracciato è di quelli
davvero impensabili, ogni singolo centimetro in costante salita su una distanza
di 52 km, dove le difficoltà sono molteplici come i continui strappi che
mettono a dura prova le gambe, le varie temperature atmosferiche che si
susseguono e il percorso che verso i 35 km cambia, quando le lingue d’asfalto
lasciano il passo allo sterrato della dorsale etnea. Chissà cosa ha pensato la
nostra Lucia all’arrivo sulla spiaggia di Cottone che offre l’Etna in tutta la
sua imponente bellezza, chissà con quali occhi ha guardato quel gigante pronto
a inghiottirla da lì a poco tra le sue fitte pinete, i suoi paesaggi lunari e
le mille altre insidie che una montagna nasconde. La giornata è di quelle piene
d’estate con i raggi di sole che trafiggono timide nubi e picchiano feroci sul
collo mentre Lucia stringendosi in una smorfia indecifrabile stacca i suoi
piedi dal suolo. Fino a 1700 metri lo sforzo profuso sembra essere assimilato
con una relativa agilità ma le asperità del tracciato iniziano proprio in quel
punto dopo il rifugio Citelli che è considerato un po’ lo spartiacque tra terra
e cielo. Da quel punto si arriva ai 2800 in poco più di 4 km ricoperti di
sabbia nera come la pece e scivolosa come neve, qui la fatica non si sente più,
qui la fatica la devi indossare, la devi fare tua, parlarci, assecondarla e
continuare a salire come il nostro piccolo cerbiatto che solletica i fianchi di
quel mostro di cui sembra quasi sentire il respiro. Il paesaggio è incredibile,
un contrasto tra l’inquietudine del gigantesco cratere e il blu del mare che si
perde fin dove l’occhio può arrivare mentre le gambe non si ha più la certezza
di averle e in lontananza riecheggia il tipico vociare di un atteso arrivo. È
finita, Lucia taglia il traguardo in 8h56’ chiudendo al 23 esimo posto assoluto
e sesta tra le donne. È stremata ma felice di quanto quella montagna gli abbia
donato, allunga le sue esili braccia al cielo in segno di vittoria mentre c’è
da chiedersi... chissà cosa penserà ora guardando dall’alto di quelle rocce che
sembravano insormontabili la spiaggia da cui è partita.
Luca Bordenga
Ufficio Stampa