La super maratona dell'Etna è un evento esclusivo e affascinante, i suoi
3000 metri di dislivello la rende una corsa unica al mondo, si parte dal
livello del mare in quel di Marina di Cottone per arrivare a toccare la vetta
del vulcano attivo più alto d'Europa, sua maestà l'Etna. Tra i molti temerari
in partenza dalle rive del Mar Ionio c'era anche la nostra Lucia Bongiovanni, una donna e un’atleta tenace e ricca di
sorprese, in continua sfida con se stessa, colma di energia vulcanica, un
cratere di forza e coraggio pronto a esplodere e a sfavillare dall'alto di
quella sommità. La distanza da coprire è poco superiore ai canonici 42,125 k di
una maratona, ma qui non c'è la possibilità di un mille di ambientamento, il
gioco si fa duro sin dall'inizio, il caldo opprimente della prima parte lascerà
il passo a una temperatura più rigida e ventosa, mentre il tracciato non offre
che continue salite intervallate da piccoli strappi pronti a infiammare i
muscoli degli atleti. La maggior parte dei temerari sono siciliani e tra una
battuta e l'altra provano a farle dimenticare l'immane fatica che la attende.
Lucia si proietta subito molto bene, le gambe girano alla grande e mentre
tutt'intorno la gente cerca di offrirle da bere e incitarla si arriva a
Linguaglossa, Lucia è la quarta donna. Ora iniziano i tornanti e il suo animo
non vede l'ora di immergersi nella natura più primitiva e selvaggia. Molti
camminano, mentre le sue zampette da cerbiatto s’inerpicano leggere fino a
quota 1800. E’ arrivata a Piano Provenzana con una buona riserva d'ossigeno e
la consapevolezza di essere tra i primi trenta. Lì dove la temperatura inizia a
calare
;lì
dove finisce l'asfalto e inizia " l'arrampicata" sulla dorsale Etnea;
lì dove l'aria diventa frizzante e rarefatta e nessun piccolo falsopiano è
concesso, solo una lunga interminabile salita ti separa dalla cima, e lì dove i
più forti osano... Lucia c'è! Guadagna metro dopo metro, con l'umiltà e la
caparbietà che la contraddistingue raggiunge la terza donna, poi la seconda, è
al 33esimo chilometro con un parziale sorprendente, ora comincia la battaglia
vera, riportare in vita le gambe a dispetto di una sabbia lavica che non dà
tregua. A circa sette chilometri dall'arrivo riesce a infilare la prima donna, la
vincitrice della scorsa edizione e campionessa siciliana.
Lara La Pera, tra lo stupore della prima e il compiacimento dell'operese,
le starà davanti dandole qualche problema, ancora per qualche chilometro. Lo
spettacolo è mozzafiato, si domina tutta la provincia catanese, si attraversa
la Valle del Bove per poi percorrere la parte desertica di Punta Lucia, manca
poco all'arrivo, fissato a ridosso dei crateri di nord-est, a due passi dalla
stazione vulcanologica. Le forze iniziano a venir meno, le gambe dure, il cuore
che continua a picchiare come un martello e la sua testa che non offre una
scelta ragionevole se non quella di continuare come un’ossessa quella scalata.
Ormai quei fianchi di montagna hanno quasi un dolce sapore, è riuscita a
qualche chilometro dall'arrivo a tramutare in energia tutta quella fatica,
diventando man mano più forte e arcigna della roccia lavica che ha dovuto
mangiare, ora il vulcano è dentro di lei, un magma di emozioni pronto a
esplodere e illuminare la vallata. Eccolo il cartellone del 42esimo chilometro,
manca pochissimo, il cuore scoppia di gioia, s’intravede l'arco colorato
dell'arrivo, sembra un muro inarrivabile, un ultimo lunghissimo chilometro la
separa dall'impresa epica. È' fatta, le sue braccia toccano il cielo, ora dopo
una gara così lunga e tirata può godersi questo paesaggio unico, quasi lunare,
che solo un vulcano come l'Etna può regalare. Chiude in 5ore 11 minuti
conquistando il secondo posto assoluto femminile e il 29esimo in classifica
generale portando la nostra canotta con la Rana sull'arrivo più alto della
Sicilia.
Primo classificato Catania Vito Massimo:
3 ore 58 minuti.
Prima classificata Lara La Pera: 5 ore 6 minuti.
Luca Bordenga
Ufficio stampa
Città di Opera Runners