Secondo Emanuela Di Pasqua del “Corriere della Sera”, i ricercatori hanno lavorato su un campione significativo di soggetti, 5048 partecipanti sani e con un’età compresa tra i 20 e gli 86 anni. In base alle risposte di un questionario, sono state selezionati 1098 runners e 413 sedentari. Nello spazio di 12 anni si sono verificati 156 decessi, di cui solo 28 tra i corridori e 128 tra i sedentari. Fino a qui nulla di sorprendente, salvo scoprire che le morti fra gli sportivi erano concentrate tra i runners evoluti, catalogati in tal modo se si esercitavano più di 4 ore/settimana con velocità oltre gli 11 km/h. Al contrario i joggers (meno di 2,5 ore/settimana e velocità entro gli 8 km/h) hanno il 78% di probabilità di morte in meno rispetto ai sedentari.
In conclusione, gli autori dello studio, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, ritengono che un eccesso di sforzo fisico prolungato nel tempo possa essere estremamente dannoso per il cuore.
La tabella di allenamento che garantisce i migliori risultati (n.d.r. non certo in gara) prevede di correre da 1 a 2,4 ore settimanali, per non più di 3 giorni su 7 (n.d.r. difficile suddividere questo tempo in ulteriori sessioni) a velocità moderata o lenta.
Quindi stasera tutti a casa: allenamento sospeso
Articolo Lollini fonte PODISTI:NET
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