Questa mattina si è disputata la sedicesima edizione della Treviso Marathon
dove per i runners di Città di Opera ha
gareggiato Simona Antonaci . Tante le motivazioni che hanno spinto Simona all’
avventura più affascinante per ogni podista ,una su tutte il desiderio di dedicare
la regina delle corse al papà scomparso da poco. La giornata è molto calda,
inusuale per il periodo e questo fattore, non indifferente sui 42 chilometri
viene da subito percepito come un ulteriore prova di resistenza . Simona parte
bene e tiene un buon ritmo rispettando sia l’intermedio 10 k in 51’38” e il
giro di boa della mezza in 1h52’19”, ma il caldo subito dopo inizia a
farsi sentire e se la prima parte viveva soprattutto di freschezza e di
entusiasmo dopo il 25 chilometro tutto diventa più problematico con il forte
caldo che picchia in testa a scandire ogni passo e il rischio disidratazione
dietro l’angolo nonostante i continui e al quanto vani tentativi di abbeverarsi
frequentemente . In questi casi il crono , il personal best o l’ottima
performance non sono certamente la priorità per un podista e nemmeno per Simona
che ha voluto a tutti i costi tagliare il traguardo anche con un tempo al di
sopra delle sue capacità e così è stato. La nostra ranocchia ha avuto il
coraggio e la tenacia di affrontare a muso duro la difficoltà probabilmente
meno temuta inizialmente, il caldo, ma quei 42 chilometri sono un viaggio dove
può capitare davvero di tutto. Durante la Maratona può succedere che il sole
squarci in un baleno il cielo plumbeo, che innocui greggi di nuvole si azzuffino
piangendo a dirotto o ancora che il velo di un arietta gentile diventi aria che
spira profondamente ma ogni runner è consapevole che cercherà comunque di
arrivare sotto quell’arco nonostante le avversità...,poco importa se con le
braccia al cielo, con gli occhi gonfi di lacrime, accompagnati dallo stupore o
dallo sconforto, quello che importa è che tu ci abbia provato...e presto o
tardi il tuo nome è arrivato .
Luca Bordenga
Ufficio stampa