Una domenica
quella appena trascorsa che ha visto molte ranocchie calpestare i suoli di
mezza Europa .
Iniziamo con Andrea Marzoli che accompagnato dalla moglie
Letizia ha disputato la Half Marathon di Madrid riuscendo a strappare una
medaglia a denti stretti. Tutto è filato liscio fino al tredicesimo chilometro
momento in cui Andrea ha sentito tirare il quadricipite destro e suo malgrado
ha dovuto abbandonare ogni sogno di personal best. A quel punto non sono
bastate ne gambe ne testa ma c’è voluto un gran cuore per arrivare poco a poco
a tagliare ugualmente il traguardo in 2h04”.
Altra mezza altra città questa
volta la bellissima Padova , luogo a cui Claudio Podlesnik per motivi di lavoro
ed amicizie è particolarmente legato e appena può partecipa a manifestazioni
podistiche. Partito con i Pacer dell’ 1h 40, Claudio ha visto man mano perdere
aderenza con quel gruppo complice anche il primo vero caldo della stagione,
motivo per cui ha finito col tagliare il traguardo in 1h50” ma con una
bellissima nota d’ emozione, correre gli ultimi 100 metri con il proprio
figlio.
Bellissima prova della nostra Simona Antonaci che ha disputato la mezza
non competitiva di Assago arrivando al terzo posto assoluto femminile
nonostante negli ultimi chilometri abbia sbagliato percorso per una lacuna
organizzativa. I fastidiosi problemi fisici sembrano ormai un lontano ricordo e
siamo sicuri che le cose migliori siano ancora in divenire .
Infine il nostro
maratoneta Paolo Montisci che si è mischiato agli oltre 70.000 partecipanti della
maratona di Londra . Purtroppo non una bellissima giornata per lui che ha
dovuto fare i conti con crampi per quasi tutto il tragitto oltre a fronteggiare
una temperatura davvero asfissiante che al trentanovesimo lo stava facendo
capitolare. Riesce comunque a portare il suo cuore oltre l’arco e a concludere
l’ennesima Maratona della sua vita, tempo 4h17” certamente non il suo tempo e
certamente nessuno auspicava un risultato di questo tipo alla vigilia ma 42 km
sono un’eternità in cui può capitare di tutto, anche di dover abbandonare sogni
di gloria e finire col “ solo” intento di onorare una gara, un orgoglio, una
maglia, una città , se stessi .
Luca
Bordenga
Ufficio
Stampa
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